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VERBALE DELLA PRIMA ASSEMBLEA DEI SOCI DELL’ORTO SOLIDALE | Pegognaga 18-11-2009
Una nuova idea di economia locale basata sul cibo, l’agricoltura, la tradizione e la cultura è alle fondamenta del progetto degli Orti Solidali. Nel mondo odierno, l’economia di mercato globalizzata sta mostrando tutti i suoi limiti in termini di spreco e danni all’ambiente. Le micro-economie delle comunità locali possono lavorare in modo da riconoscere un giusto equilibrio rispetto agli ecosistemi, alla salute e alla cultura. Inoltre, promuovono la convivialità e la solidarietà.
…….”La decisione di assumere comportamenti quotidiani virtuosi, stili prodottivi sostenibili, di abbandonare la frenesia vorace del consumismo deve partire dalla volontà di ogni singolo abitante del pianeta, senza attendere le tardive imposizioni che potranno un giorno venire dall’ alto. E la cosa bella di questi piccoli grandi passi che possiamo mettere in atto, una vera rivoluzione spontanea, è che si stanno dimostrando tutto fuorché delle rinunce o delle mortificazioni. Essere accorti nell’ uso dell’ acqua, lasciare l’ automobile in garage quando non serve, consumare cibo prodotto localmente e collaborare alla difesa dei contadini che praticano un’ agricoltura sana e rispettosa della natura può essere quanto di più gratificante possa accadere nelle nostre vite svuotate dal consumismo. Ridà il senso di comunità, ricrea una vera democrazia partecipativa, ci dona felicità”………………..
Carlo Petrini, “Ma salvarsi è ancora possibile”, articolo pubblicato da Repubblica il 24/09/09
Tutti insieme, con le nostre scelte di consumatori, possiamo cambiare molto il modo in cui il cibo è coltivato e prodotto. Per evidenziare questo concetto, Slow Food ha coniato il termine co-produttore, un consumatore che va oltre un ruolo passivo e si interessa a quanti producono il cibo, al modo in cui questi lo fanno, ai problemi che affrontano. Sostenendo attivamente i produttori, diventiamo parte del processo di produzione, nel progetto orti solidali, diventiamo noi stessi attori attivi di tale cambiamento. Consumatori più informati e consapevoli – co-produttori – motivano ulteriormente i produttori a lavorare usando tecniche che salvaguardino la diversità alimentare, l’ambiente e la qualità. Tutti insieme possiamo lavorare per accorciare la filiera del cibo.
Una filiera corta si realizza quando i produttori e i consumatori finali comprendono di avere gli stessi obiettivi, che possono essere raggiunti creando nuove opportunità di rafforzamento delle reti alimentari locali. È una strategia alternativa, che dà ai produttori un ruolo attivo nel sistema del cibo perché si concentra sulla produzione locale – sistemi alimentari territoriali e decentralizzati, che minimizzano gli intermediari della catena del cibo, e le distanze che il cibo stesso percorre (food miles).
Tagliando alcuni dei passaggi intermedi tra produttori e consumatori – quali l’ingrosso e la distribuzione – possiamo riscoprire il nostro territorio e parti essenziali della sua identità, così come creare una nuova relazione tra il mondo agricolo e quello urbano.
Un territorio come il nostro, da tempo vocato ad agricoltura e allevamento intensivi deve cominciare ad interrogarsi sul proprio futuro e cominciare a sperimentare soluzioni e prospettive produttive più sostenibili e più legate al territorio.
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